giovedì 28 novembre 2013

28. Io sono un verme

“Ma Io sono un verme e non un uomo; il vituperio degli uomini, e disprezzato dal popolo.”  (Salmo 22:6)

Il Salmo 22, scritto da Davide circa 1000 anni prima di Cristo, contiene profezie dettagliate del Messia che doveva venire e in particolare delle Sue sofferenze: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito?”  (Salmo 22:1).
Queste parole furono ripetute da Gesù mentre era sulla croce: Verso l'ora nona, Gesù gridò con gran voce, dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactanì?». Cioè: «Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?»”  (Matteo 27:46).

La frase: “Io sono un verme e non un uomo”  (Salmo 22:6) può apparire enigmatica a una prima lettura; la parola usata da Davide, nell’originale ebraico, è tôlâ‛, che è tradotta in molti altri testi dell’Antico Testamento con scarlatto. Infatti, la tinta color scarlatto era ricavata da un insetto, il Coccus Ilicis, il quale vive sugli alberi, generalmente querce.

La femmina si attacca con forza alla corteccia di un albero e dà alla luce le larve una volta sola nella vita, perché muore nel farlo. Deposita le uova sotto il suo corpo per proteggerle e, quando le larve sono pronte, la madre muore secernendo una sostanza di colore scarlatto che tinge il legno e anche le larve stesse.
Dopo tre giorni, il corpo della madre perde la colorazione scarlatta e diventa come una cera bianca che si stacca dal legno e piove al suole come fosse un fiocco di neve.

Quale straordinaria illustrazione della morte e della risurrezione di Gesù! Egli ha versato il Suo sangue prezioso macchiando il legno della croce. Come la madre del Coccus Ilicis dà alla luce larve una sola volta nella vita, così Gesù, offrendo Se stesso in sacrificio “una volta per sempre”, ha dato alla luce i Suoi figli spirituali, “i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio”  (Ebrei 10:10, Giovanni 1:13).

La Sua morte è necessaria per la nostra nuova nascita, senza la quale non c’è salvezza: “Conveniva, infatti, a Colui a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l'autore della loro salvezza”  (Ebrei 2:10).

Come il sangue della madre ricopre le larve, così i salvati sono stati eletti da Dio “per essere aspersi col sangue di Gesù Cristo”  (1Pietro 1:2).
L’apostolo Giovanni vide in visione Gesù “vestito di una veste intrisa nel sangue”  e i redenti, i quali “hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello”  (Apocalisse 19:13, 7:14). Il sangue di Gesù è l’unica cosa che può purificare l’uomo dai suoi peccati!

La sera prima di morire Gesù disse: “Questo è il Mio sangue, il sangue del nuovo patto che è sparso per molti per il perdono dei peccati”  (Matteo 26:28).  E oggi ti invita: “«Venite quindi e discutiamo assieme», dice l'Eterno. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve»”  (Isaia 1:18).

“A Lui che ci ha amati e ci ha lavati dai nostri peccati nel Suo sangue… a Lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen”  (Apocalisse 1:5-6).