“Tenendo gli
occhi su Gesù, autore e compitore della nostra
fede, il quale, per la gioia che Gli era posta davanti, soffrì la croce,
disprezzando il vituperio, e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.” (Ebrei 12:2)
Dio vede “la fine fin dal principio,
e molto tempo prima le cose non ancora avvenute”
(Isaia 46:10). Quando era in cielo, prima di incarnarsi, Gesù poteva vedere a
cosa sarebbe andato incontro durante la Sua vita terrena. Questo non Lo ha
fermato dal venire nel nostro mondo.
“Prima
dell’incarnazione aveva visto tutto il cammino che avrebbe percorso per la
salvezza degli uomini, dalla mangiatoia sino al Calvario. Prima ancora di
lasciare il cielo aveva contemplato le angosce che avrebbe provato, gli insulti
che avrebbe ricevuto, le privazioni che avrebbe sopportato. Tuttavia disse al
Padre: «Eccomi, vengo! Sta scritto di Me nel rotolo del libro. Dio mio, Io
prendo piacere a far la Tua volontà, e la Tua legge è dentro al Mio cuore»
(Salmo 40:7,8).” ("La Speranza dell’uomo",
cap. 45)
Che cosa animava
Gesù a non rimanere in cielo? L’autore dell’epistola agli Ebrei scrisse che
Gesù “per la gioia che Gli era posta davanti, soffrì la croce” (Ebrei 12:2). C’era
una gioia che i Suoi occhi contemplavano. Tra Lui e quella gioia, però, c’era qualcosa.
La croce.
Sono stato
fidanzato con mia moglie per tre anni prima di sposarmi; abitavamo a circa 1500
chilometri di distanza. Siccome all’epoca non volevo prendere l’aereo, sono
sempre andato a trovarla in treno; il viaggio durava circa venti ore. La gioia davanti
ai miei occhi, riabbracciare la mia fidanzata, mi motivava a sopportare un
viaggio così lungo.
Qual era la
gioia che motivava Gesù? Parlando del Messia, il profeta Isaia aveva scritto: “Egli
vedrà il frutto del travaglio
della Sua anima e ne sarà soddisfatto” (Isaia 53:11). Cristo avrebbe visto, un
giorno, il frutto della Sua sofferenza. I redenti, che avrebbero ottenuto la
vita eterna grazie al Suo sacrificio, sarebbero vissuti per sempre insieme a
Lui, senza più dolore né male.
Questa era la
gioia posta davanti agli occhi di Gesù. Per raggiungerla, Gesù è diventato uomo.
Per raggiungerla, Gesù si alzava ogni mattina per pregare il Padre. Per
raggiungerla, Gesù è andato al Calvario.
Se non fosse
stato disposto a sopportare l’esperienza della croce, non avrebbe mai ottenuto
quella gioia. Gesù
ritenne che valesse la pena soffrire la croce per vedere i redenti in cielo.
“Egli
contemplava sempre i frutti del Suo sacrificio. Nelle sofferenze e nelle
rinunce Lo confortava il pensiero che la Sua fatica non sarebbe stata vana.
Offrendo la vita per gli uomini, li avrebbe ricondotti a Dio. Però, prima di
questo, ci sarebbe stato il peso dei peccati del mondo; sulla Sua anima
innocente sarebbe scesa l’ombra di un dolore indescrivibile. Ma per la gioia
riservataGli Egli volle sopportare la croce e sprezzò il vituperio.” ("La
Speranza dell’uomo", cap. 45)
Vuoi
essere parte del frutto del travaglio della Sua anima?