“Verso
l'ora nona, Gesù gridò a gran voce, dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactanì?».
Cioè: «Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?».” (Matteo 27:46)
Sul Golgota, quel giorno, c’erano tre croci.
Una era per Gesù. Al Suo fianco furono crocifissi due ladroni; così si adempì
la Scrittura che dice: “Ed è stato
annoverato fra i trasgressori”
(Isaia 53:12).
Altre profezie dell’Antico Testamento
descrivevano esattamente quello che sarebbe successo il giorno della morte del
Messia; Davide aveva scritto nei Salmi: “Spartiscono
fra loro le Mie vesti e tirano a sorte la Mia tunica” (Salmo 22:18). “Mi hanno invece dato fiele per cibo, e nella Mia sete Mi hanno dato da
bere dell'aceto” (Salmo 69:21). Gesù
vide queste parole avverarsi alla lettera sotto i Suoi occhi.
Ai piedi della croce, i capi dei sacerdoti,
gli scribi e gli anziani Lo ingiuriavano: “Egli
ha salvato gli altri e non può
salvare Se stesso; se è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce e noi
crederemo in Lui; Egli si è confidato in Dio; Lo liberi ora, se veramente Lo
gradisce, poiché ha detto: «Io sono il Figlio di Dio»” (Matteo 27:42-43). Le loro parole erano state
predette con precisione secoli prima nel Salmo 22, ma non si accorgevano di
adempiere quella profezia pronunciandole!
Non avevano creduto a Gesù nonostante il Suo
carattere amorevole, i Suoi miracoli in favore dell’umanità sofferente e ora
affermavano che, se fosse sceso dalla croce davanti ai loro occhi, avrebbero
creduto in Lui!
Per Gesù era una tentazione reale; era in
Suo potere scendere dalla croce. Perché non scese? Non desiderava che
credessero in Lui? Perché rimase sulla croce?
Per amore.
Gesù voleva salvare anche coloro che Lo
avevano rifiutato e condannato a morte; aveva interceduto per loro: “Padre, perdona loro, perché non sanno
quello che fanno” (Luca 23:34). E
avrebbe sparso il Suo sangue per loro.
Tenebre soprannaturali scesero su tutto il
paese; il predicatore Dwight Moody affermò: “Quando
Cristo nacque, l’oscurità di mezzanotte si trasformò nella luminosità del
mezzodì; quando Cristo morì, il mezzogiorno si offuscò divenendo mezzanotte.”
“Verso
l'ora nona, Gesù gridò con gran voce dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactanì?».
Cioè: «Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?»” (Matteo 27:46). Sulla croce, Gesù provò
un’angoscia umanamente incomprensibile; per la prima volta dall’eternità, non
poteva avere comunione con il Padre, a causa dei peccati di cui si era
caricato.
Per ispirazione divina, la Sua agonia fu
descritta da Davide: “Poiché cani Mi
hanno circondato; uno stuolo di malfattori Mi ha attorniato; Mi hanno forato le
mani e i piedi; posso contare tutte le Mie ossa; essi Mi guardano e Mi osservano” (Salmo 22:16-17). “Ho aspettato chi Mi confortasse, ma invano; ho atteso chi Mi consolasse, ma non ci fu alcuno” (Salmo
69:20).
“Satana
rivolse contro Gesù le sue tremende tentazioni. Il Salvatore non riusciva a
scorgere nulla al di là della tomba. Vacillava la speranza della Sua vittoria
sul sepolcro, e non era più sicuro che il Suo sacrificio fosse gradito al
Padre. Sapendo che il peccato è odioso agli occhi di Dio, temeva che la
separazione fosse eterna. Cristo avvertì l’angoscia che ogni peccatore prova
quando la misericordia cessa di intercedere in suo favore. Furono la
consapevolezza del peccato e della disapprovazione divina a rendere tanto amaro
il calice e a spezzare il cuore del Figlio di Dio.” (“La Speranza dell’uomo”, cap. 78)
“E
Gesù, gridando con gran voce, disse: «Padre, nelle Tue mani rimetto il Mio
spirito». E detto questo, rese lo spirito”
(Luca 23:46); per fede si affidò al Padre nella morte, così come aveva
fatto ogni giorno della Sua vita. Il cuore del Figlio di Dio si ruppe sotto il
peso dei peccati del mondo: “L'oltraggio
Mi ha rotto il cuore e sono tutto dolente”
(Salmo 69:20).
“Non
furono né il colpo di lancia né il dolore della croce a causare la morte di
Gesù. Il gran grido al momento della morte, il fiotto di sangue e di acqua che
sgorgavano dal Suo fianco, attestavano che Gesù era morto di crepacuore.
L’angoscia morale aveva spezzato il Suo cuore. Egli fu ucciso dal peccato del
mondo.” (“La Speranza
dell’uomo”, cap. 80)