lunedì 26 dicembre 2011

11. Amore eterno

Molto tempo fa l'Eterno mi è apparso, dicendo: «Sì, Io ti ho amata di un amore eterno; per questo ti ho attirata con benevolenza».”  (Geremia 31:3)
           
Paula Cawte, giovane donna inglese, e sua figlia Eva sono state protagoniste di una storia definita miracolosa: Paula scoprì, durante l’ecografia della ventesima settimana, che la sua gravidanza era extra-uterina. Circa una gravidanza su 60 è extra-uterina e solo una su 100 di quest’ultime è addominale; il caso di Paula era rarissimo.

I medici le avevano consigliato di interrompere la gravidanza; se il feto avesse rotto un’arteria, Paula sarebbe morta dissanguata. Le era stato detto che la bambina, anche se fosse sopravvissuta, sarebbe potuta nascere con gravi menomazioni, a causa del parto prematuro. Pur sapendo di rischiare la sua stessa vita decise, insieme al suo compagno, di continuare la gravidanza.

Il 19 luglio 2010, alla trentesima settimana di gravidanza, Paula diede alla luce Eva; la donna rischiò di morire dissanguata nel corso dell’operazione. Paula rischiò di perdere la sua vita per il desiderio di vedere sua figlia vivere.

Dio vede la fine fin dal principio; sapeva che l’umanità sarebbe caduta nel peccato. Non voleva certo che succedesse, ma vedeva che sarebbe accaduto. Dio, decidendo di creare l’umanità, ha anche scelto che avrebbe rischiato la Sua stessa vita eterna per salvarla.

Ha scelto di morire.

Fin dall’eternità, Dio aveva elaborato un piano; Gesù sarebbe venuto sulla terra per diventare il Salvatore di un mondo ribelle. Per il Suo desiderio di averti per sempre con Sé, il Creatore sarebbe divenuto il Redentore.
Prima ancora che il peccato entrasse nel mondo, Dio aveva già messo a nostra disposizione la Sua grazia; l’apostolo Paolo affermò che Dio ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il Suo scopo e grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell'inizio dei tempi”  (2Timoteo 1:9).

Gesù è l’Agnello di Dio che “è stato immolato fin dalla fondazione del mondo” (Apocalisse 13:8); creando Adamo, Gesù sapeva che un giorno sarebbe morto per ridonargli la vita eterna, “promessa prima di tutte le età da Dio”  (Tito 1:2).

L’amore che Dio ti ha mostrato sulla croce era nel Suo cuore da sempre; sul Calvario è stato semplicemente rivelato in maniera sublime: In questo si è manifestato l'amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il Suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di Lui”  (1Giovanni 4:9).

martedì 13 dicembre 2011

10. I pensieri di Dio

I Tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel Tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora.”  (Salmo 139:16)

Non ho ancora figli; non so che cosa significa aspettare trepidante insieme a mia moglie l’esito di un test di gravidanza. Posso solo immaginare l’emozione che proverei nello scoprire che dentro il suo grembo vive nostro figlio; sono sicuro che, immediatamente dopo questa scoperta, mi ritroverei spesso a parlare con lei di nostro figlio.

Proveremmo a immaginare il suo viso, ci chiederemmo di che colore saranno i suoi occhi e i suoi capelli, se godrà di buona salute, quanto diventerà alto, che strada sceglierà nella sua vita, quale sarà il suo più grande sogno. Penso che faremmo molti progetti per lui e desidereremmo donargli un’esistenza serena.

Dio ha fatto lo stesso con te.

Davide, nel Salmo 139, scrive che, mentre eri ancora nel grembo di tua madre, Dio aveva già scritto i tuoi giorni nel Suo libro. Come ogni buon genitore, il tuo Padre celeste aveva già annotato i Suoi sogni per la tua vita, fatto progetti per te.

“Oh, quanto mi sono preziosi i Tuoi pensieri, o Dio! Quanto grande è l'intero loro numero! Se li volessi contare, sarebbero più numerosi della sabbia”  (Salmo 139:17-18).

Nell’ultima pagina del Suo libro, per ogni persona, immagino che ci sia scritto: “Mio figlio vivrà con Me, per sempre”. Tristemente, però, in molti casi la vita non va come Dio aveva sperato; molti Suoi figli decidono di scrivere da soli le pagine della loro vita cancellando i piani di Dio per loro.

Sicuramente hai dei piani per la tua vita e forse pensi spesso ai sogni che vorresti vedere realizzati.
Ti sei mai fermato a pensare ai sogni che Dio ha per te?

Geremia era un giovane Israelita, al quale Dio, un giorno, rivolse una chiamata speciale: diventare un profeta. Ricordando quel momento, scrisse: La parola dell'Eterno mi fu dunque rivolta, dicendo: «Prima che Io ti formassi nel grembo di tua madre, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, ti ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle nazioni»”  (Geremia 1:4-5).

Dio conosceva Geremia. Da sempre. Aveva anche un piano per la sua vita, pensato fin dall’eternità. Dio ha un piano per la tua vita e l’ha concepito prima della tua nascita.

Vuoi scoprirlo e viverlo?

“Invocami e Io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci”  (Geremia 33:3).

martedì 6 dicembre 2011

09. In terra arida

Protendo le mie mani verso di Te, la mia anima è assetata di Te, come una terra arida.”  (Salmo 143:6)

Nell’aprile del 1994, durante una gara di corsa nel deserto del Sahara, Mauro Prosperi s’imbatté in una terribile tempesta di sabbia. Si trovava nella quarta di sette tappe; passata la tempesta, non riuscì più a orientarsi. Rimase disperso per ben nove giorni con poca acqua; camminò per oltre cento chilometri, e fu tratto in salvo da una tribù di nomadi.

Dichiarò alla stampa di essere sopravvissuto mangiando erba, lucertole e bevendo la sua stessa urina. Rischiò di morire disidratato e perse quindici chili di liquidi, principalmente a causa della respirazione e della sudorazione. Che cos'era ciò di cui avrebbe avuto più bisogno durante quei giorni interminabili?

Acqua.

Anche se non hai vissuto un’esperienza così estrema, ci saranno stati momenti nella tua vita in cui ti sei trovato a desiderare l’acqua più di ogni altra cosa. Davide sapeva cosa significava vivere nel deserto; quando scrisse il Salmo 63, si trovava nel deserto di Giuda.

“O Dio, Tu sei il mio Dio, io Ti cerco al mattino; l'anima mia è assetata di Te; a Te anela la mia carne in terra arida e riarsa, senz'acqua”  (Salmo 63:1).

Sicuramente Davide aveva sete; la sua sete d’acqua lo faceva riflettere sulla sua sete spirituale, che sentiva ancora più intensa che quella fisica. Nel deserto, la prima cosa cui una persona penserebbe, appena sveglia, è l’acqua. Davide, invece, cercava la presenza di Dio: “Fammi sentire la Tua benignità al mattino, perché io confido in Te”   (Salmo 143:8).

Si rendeva conto che Dio era ciò di cui il suo cuore era più assetato, riconosceva il Signore quale suo più grande bisogno. Il poter gustare la Sua bontà gli era più prezioso della vita stessa: “Poiché la Tua benignità vale più della vita, le mie labbra Ti loderanno”  (Salmo 63:3).

Commentando questo versetto, il celebre predicatore Charles Spurgeon affermò: “La vita è preziosa, ma l’amore di Dio è più prezioso. Dimorare con Dio è meglio del meglio della vita.” (da "The Treasury of David")

Se ricercherai la presenza di Dio come cercheresti acqua in un deserto, allora la troverai. Ed esclamerai come Davide: “O anima mia, tu hai detto all’Eterno: «Tu sei il mio Signore; non ho alcun bene all’infuori di Te’»”  (Salmo 16:2).
“Come la cerva anela ai rivi delle acque, così l'anima mia anela a Te o Dio. L'anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente”  (Salmo 42:1-2).

E come Asaf: “Chi ho io in cielo fuor di Te? E sulla terra io non desidero altri che Te. Ma quanto a me, il mio bene è di accostarmi a Dio”  (Salmo 73:25,28).

giovedì 17 novembre 2011

08. Con tutto il cuore

“Mi cercherete e Mi troverete, quando Mi cercherete con tutto il vostro cuore. Ed Io Mi lascerò trovare da voi - dice l'Eterno.”  (Geremia 29:13-14a)

Hai mai giocato a nascondino con dei bambini? Molto spesso non riescono a trovare un buon nascondiglio oppure si mettono a ridere proprio mentre ti avvicini, facendosi così scoprire. Sembra quasi che ce la mettano tutta per farsi trovare il più facilmente possibile.

Quanto è facile trovare qualcuno che vuole farsi scoprire? E quanto ancora più facile, se sei veramente interessato a trovarlo? Meister Eckhart scrisse: “Dio è come una persona che, mentre è nascosta, si schiarisce la gola, tradendosi.”

Dio desidera farsi trovare dall’uomo; eppure molti non Lo trovano nella loro vita. Il problema non è da cercarsi in Dio. Il problema è dell’uomo; l’ostacolo che non ci fa trovare Dio è proprio dentro di noi.
Dio ha detto: “Mi cercherete e Mi troverete, quando Mi cercherete con tutto il vostro cuore”  (Geremia 29:13); c’è una condizione per la realizzazione di questa promessa. Non basta cercare Dio. Bisogna farlo con tutto il cuore.

Ed è qui che si complicano le cose. La Bibbia ci dice che “il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato”  (Geremia 17:9). Malato di peccato, ovvero ribellione contro Dio; la nostra natura peccaminosa ci rende nemici di Dio.

D
opo la prima ribellione, nel giardino dell’Eden, Dio ha dato ad Adamo ed Eva la prima promessa riguardo il Salvatore che sarebbe venuto; rivolgendosi al serpente ha detto: “E Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei”  (Genesi 3:15). 
In quel momento non c’era alcuna inimicizia tra Satana e l’uomo; chi avrebbe rimesso le cose a posto, ricreando nel cuore dell’uomo avversione verso Satana e lealtà verso Dio?

Dio stesso.

Se il Signore non facesse questo dentro di noi, non avremmo alcuna speranza; nel nostro cuore malato non c’è alcun desiderio di cercare il nostro Creatore. La soluzione che Dio ci propone è radicale.

Un trapianto di cuore.

“Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”  (Ezechiele 36:26).
Con questo cuore nuovo, Dio stesso ci mette in grado di conoscerLo: “Darò loro un cuore per conoscere Me che sono l'Eterno; essi saranno il Mio popolo e Io sarò il loro Dio, perché ritorneranno a Me con tutto il loro cuore”   (Geremia 24:7).

Dio farà questo per chiunque voglia trovarLo con tutto il suo cuore, perché “Egli è il rimuneratore di quelli che Lo cercano”  (Ebrei 11:6).
“Per voi che cercate Dio, si ravvivi il vostro cuore”  (Salmo 69:32).

mercoledì 9 novembre 2011

07. Cerca la Mia faccia

“L'Eterno è buono con quelli che sperano in Lui, con l'anima che Lo cerca.”  (Lamentazioni 3:25)

Ho incontrato per la prima volta la ragazza che poi è diventata mia moglie a un campeggio estivo; ricordo che, un pomeriggio, mi sono isolato per suonare un po’ la mia chitarra. Era da qualche giorno ormai che quella ragazza stava occupando i miei pensieri; non sapevo, però, se io occupassi i suoi.

A un tratto l’ho vista uscire dall’edificio nel quale eravamo ospitati e cominciare a camminare in giro per il cortile esterno; mi aveva notato, ma per la timidezza non si era avvicinata subito a me. Avrei voluto chiamarla per parlare con lei, ma la timidezza frenava anche me, mentre il mio cuore, in silenzio, le diceva di sedersi accanto a me.

Dopo un po’ mi è venuta vicino; ero felice che mi avesse cercato! Come pensi mi sia comportato con lei? Ho forse respinto la persona che il mio cuore cercava? Naturalmente, l’ho accolta con gentilezza e abbiamo cominciato a parlare.

Come pensi che Dio si comporterà con te quando Lo cercherai? Come ti accoglierà Colui che ti ha creato? Nel libro delle Lamentazioni, il profeta Geremia scrive che Dio è buono con “l’anima che Lo cerca”  (Lamentazioni 3:25) e… non può che essere così!

Come potrebbe Dio, che per primo ti ha cercato, respingerti quando rispondi alla Sua voce? L’autore cristiano A.W. Tozer ha scritto: “Ricerchiamo Dio solo perché Egli ha per primo messo dentro di noi un impulso che ci sprona alla ricerca.”  (da “The Pursuit of God”)

Quando il tuo cuore desidera mettersi in contatto con Dio, in realtà, risponde al Suo desiderio di vivere con te; Davide ha scritto: Il mio cuore mi dice da parte Tua: «Cercate la Mia faccia». Io cerco la Tua faccia, o Eterno”  (Salmo 27:8)

Dio stesso ci chiama a cercarLo; se così non fosse, noi non Lo cercheremmo. Gesù ha detto: “Nessuno può venire a Me, se il Padre che Mi ha mandato non lo attira”  (Giovanni 6:44).
Possa la risposta del tuo cuore essere come quella di Davide:

“Cercate l'Eterno e la Sua forza; cercate di continuo la Sua faccia”  (1Cronache 16:11).
“Io ho continuamente posto l'Eterno davanti ai miei occhi”  (Salmo 16:8).

mercoledì 26 ottobre 2011

06. A tastoni

“Or Egli ha tratto da un medesimo sangue tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione, affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarLo come a tastoni, benché Egli non sia lontano da ognuno di noi.”  (Atti 17:26-27)

Ti sei mai chiesto perché sei venuto al mondo? Qual è lo scopo che Dio si è prefissato per la tua esistenza? Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Timoteo 2:4), perciò ti ha creato perché desidera vivere con te per l’eternità. Gesù ha detto: “Or questa è la vita eterna, che conoscano Te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che Tu hai mandato”  (Giovanni 17:3).

Per avere vita eterna, dunque, abbiamo bisogno di conoscere Dio, ma per arrivare a conoscerLo dobbiamo prima cercarLo.
In Atti 17, nel discorso dell’apostolo Paolo agli Ateniesi, leggiamo che Dio aveva stabilito quando e dove le nazioni avrebbero abitato; le nazioni non sono altro che un insieme di molti individui, pertanto Dio aveva in mente l’epoca e il luogo della nascita di ogni singola persona.

Anche della tua.

Per quale motivo ha scelto di farti nascere dove sei nato e nell’epoca in cui sei nato? Paolo proseguì dicendo: “… affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarLo come a tastoni, benché Egli non sia lontano da ognuno di noi”  (Atti 17:27).

Dio ti ha fatto nascere affinché tu Lo cercassi; non ha importanza da quale paese tu provenga, o quale sia il tuo background familiare. Qualunque sia la tua nazionalità, ti ha creato perché tu Lo cercassi e giungessi a conoscerLo per avere vita eterna. Poiché vuole salvarti, ti ha concesso tutte le opportunità possibili per trovarLo.

Paolo disse che l’uomo cerca Dio come a tastoni; e non sempre Lo trova, anche se Egli è vicino a ciascuno dei Suoi figli. Forse non te ne accorgi, ma Dio ti è vicino e non vede l’ora che tu Lo trovi; magari ti è capitato di pensare: “Ecco, mi passa vicino e non Lo vedo, passa oltre e non me ne accorgo”  (Giobbe 9:11).

Il problema è che nasciamo in un certo senso spiritualmente ciechi. Rifletti: tutti i bambini hanno bisogno di imparare che Dio esiste. Anche un cieco, però, può cercare.

E trovare.

Mettiti un attimo nei panni di Dio: ti ha creato per salvarti, ma, per farlo, ha bisogno che tu Lo cerchi e arrivi a conoscerLo. Di una cosa puoi essere sicuro: se ancora non Lo hai trovato, sta camminando al tuo fianco, cercando disperatamente di avere la tua attenzione.

“Dio guarda dal cielo sui figli degli uomini, per vedere se vi sia qualcuno che abbia intendimento, che cerchi Dio”   (Salmo 53:2).

Quando guarda te, cosa vede?

martedì 18 ottobre 2011

05. Cisterne rotte

“Poiché il Mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato Me, la sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne rotte, che non tengono l'acqua.”  (Geremia 2:13)

Il re Salomone, durante i quarant’anni del suo regno, aveva ottenuto tutto quello che il mondo può offrire: potere, prestigio, ricchezza, fama, pace con i popoli vicini, splendore, conoscenza, edifici magnifici, donne, servi e serve, cantanti e musicisti. Tutto questo, però, non gli aveva dato ciò che stava veramente cercando.

La vera felicità.

Verso la fine della sua vita, riflettendo sul suo passato, scrisse:
“Poi mi volsi a considerare tutte le opere che le mie mani avevano fatto, e la fatica che avevo impiegato a compierle; ed ecco tutto era vanità e un cercare di afferrare il vento; non c'era alcun vantaggio sotto il sole. Perciò ho preso in odio la vita, perché tutto ciò che si fa sotto il sole mi è divenuto disgustoso, poiché tutto è vanità e un cercare di afferrare il vento”  (Ecclesiaste 2:11,17).

Il messaggio principale dell’Ecclesiaste è semplice: nell'originale ebraico, troviamo la parola “vanità” usata per ben 38 volte da Salomone nei 12 capitoli di questo libro. Ed è chiaro fin dall’inizio: “Le parole del Predicatore, figlio di Davide, re di Gerusalemme. «Vanità delle vanità», dice il Predicatore; «Vanità delle vanità; tutto è vanità»”  (Ecclesiaste 1:1-2).

Ricorda: queste parole sono state scritte da chi ha sperimentato tutto quello che il mondo ha da dare. Salomone non aveva trovato felicità nelle cose che sono transitorie; il vuoto del suo cuore lo aveva spinto a ritornare a Dio. Nell’ultimo capitolo del libro, rivolge un accorato appello:
“Ricordati del tuo Creatore prima che il cordone d'argento si rompa, il vaso d'oro si spezzi, la brocca si rompa alla fonte e la ruota vada in frantumi al pozzo, e la polvere ritorni alla terra com'era prima e lo spirito torni a Dio che l’ha dato. «Vanità delle vanità», dice il Predicatore, «tutto è vanità»”  (Ecclesiaste 12:6-8).

In Israele non vi erano molte sorgenti e poteva non piovere anche per lunghi periodi; era molto importante scavare delle cisterne per raccogliere l’acqua piovana.
A cosa sarebbe servita una cisterna rotta? Lo scopo di una cisterna è trattenere l’acqua; il livello dell’acqua in una cisterna rotta è destinato inesorabilmente ad abbassarsi se non viene versata altra acqua a sufficienza.

Dio, attraverso il profeta Geremia, dice che Egli è l’unica sorgente di acqua viva; abbandonare Dio significa scavarsi delle cisterne rotte, che non tengono l’acqua.
Allo stesso modo, le cose di questo mondo possono dare una felicità solo transitoria, e il cuore si svuota di nuovo ben presto; così continuerà a cercare qualcos’altro per soddisfare la sua sete. Lontano da Dio, però, ogni sforzo per ottenere la vera felicità sarà inutile.

Come cercare di afferrare il vento.

C.S. Lewis scriveva: “Dio ci ha fatti, inventati come un uomo inventa un motore. Una macchina è fatta per funzionare con la benzina e non funzionerebbe correttamente con nient’altro. Ora, Dio ha progettato la macchina umana perché funzionasse con Lui. […] Dio non può darci felicità e pace lontano da Lui, perché non vi sono. Non esiste una tale cosa.”  (da “Mere Christianity”)

“E Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita chi viene a Me non avrà mai fame e chi crede in Me non avrà mai sete»”  (Giovanni 6:35).

mercoledì 12 ottobre 2011

04. L'eternità nel cuore

“Egli ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l'eternità nei loro cuori.”  (Ecclesiaste 3:11)

Al “Georgia Aquarium”, l’acquario più grande al mondo, si trova la vasca più grande del mondo; contiene poco meno di 24 milioni di litri di acqua! Immagina che qualcuno ti dia in mano un secchio da 10 litri e ti chieda di riempirla. Possibile? Con anni a disposizione, sì.

Possibile.

E se ti venisse chiesto di riempire con lo stesso secchio un’ipotetica vasca i cui bordi si estendono all’infinito? L’infinito, per definizione, non può essere raggiunto, contato, riempito. In caso contrario… non sarebbe più infinito! Possibile?

Impossibile.

Salomone afferma che Dio ha messo l’eternità nel cuore dell’uomo; Dio ci ha creati perché potessimo vivere per sempre insieme a Lui; la nostra vita doveva essere senza fine.
“Il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte”  (Romani 5:12); il peccato ha rovinato il piano di Dio per l’umanità. Nonostante siamo soggetti alla morte, nel nostro cuore è rimasto il pensiero dell’eternità, l’anelito per qualcosa oltre questo mondo.

Dio ha messo in te il desiderio di una vita eterna, infinita; il vuoto che c’è nel tuo cuore, quindi, può essere riempito solo da qualcosa di infinito, perché l’infinito non può essere colmato da cose “finite”. Niente e nessuno al mondo potranno mai colmarlo, perché sia le persone sia le cose hanno un inizio e una fine. Chi può soddisfare la nostalgia dell’eternità che è in te? Chi è l’unico che è eterno, infinito?

Dio.

L’autore cristiano C.S. Lewis scrisse: “Le creature non nascono con desideri il cui appagamento non esiste. Un bambino sente la fame; bene, esiste qualcosa come il cibo. Un anatroccolo vuole nuotare; bene, esiste qualcosa come l’acqua. Gli uomini provano desiderio sessuale; bene, esiste qualcosa come il sesso. Se trovo in me un desiderio che nessuna esperienza in questo mondo può soddisfare, la spiegazione più probabile è che sono stato fatto per un altro mondo.”  (da “Mere Christianity”) 

martedì 4 ottobre 2011

03. Emmanuele: Dio con noi

“Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: «Dio con noi»  (Matteo 1:23)

Adamo ed Eva, a causa della loro disubbidienza, non potevano più avere accesso all’albero della vita nel giardino dell’Eden; Dio aveva cacciato l’uomo dall’Eden, ma non dal Suo cuore. Anche se l’uomo non poteva più vivere alla Sua presenza, Dio non aveva perso il desiderio di vivere con lui.

Ci spostiamo avanti nel tempo. Il popolo d’Israele, appena liberato da Dio dalla schiavitù d’Egitto, si trovava accampato nel deserto ai piedi del Monte Sinai. Nel frattempo, Mosè, proprio sul monte, ricevette da Dio l’ordine: “Mi facciano un santuario, perché Io abiti in mezzo a loro”  (Esodo 25:8). Gli Israeliti abitavano in tende e anche Dio voleva dimorare in una tenda, il tabernacolo, in mezzo al loro accampamento.

“E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la Sua gloria, gloria come dell'unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità”  (Giovanni 1:14).

Il verbo greco usato da Giovanni, tradotto con “abitare”, significa letteralmente “piantare una tenda”. Dio aveva ordinato a Mosè di costruire un tabernacolo per abitare in mezzo al popolo e si sarebbe incarnato per abitare in mezzo agli uomini. Non più in una tenda.

Come un uomo.

Come la gloria di Dio era presente nel santuario, così risplendeva nella vita di Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi. Gesù ha colmato tutta la distanza che separava il trono di Dio dalla terra; ha mangiato, camminato, sudato, lavorato con noi. Ha sofferto con noi.

Per noi.

Gesù è venuto per vivere con noi e per noi. E morire per noi.

“Con la Sua vita e con la Sua morte, Cristo ha più che rimediato il danno prodotto dal peccato. Scopo di Satana era creare una divisione eterna fra Dio e l’uomo; ma in Cristo noi possiamo unirci a Dio più intimamente di come avremmo potuto fare se non fossimo mai caduti. Prendendo la nostra natura, il Salvatore ha unito a Sé l’umanità con un legame che non potrà mai essere infranto. Per tutta l’eternità rimarrà unito a noi.  […]  In Cristo la famiglia della terra e quella del cielo si riuniscono. Il Cristo nella gloria è nostro fratello. Il cielo è compreso nell’umanità, e l’umanità è racchiusa nell’Amore infinito.”  (“La Speranza dell’uomo”, cap. 1).

“E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed Egli abiterà con loro; ed essi saranno Suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio»”  (Apocalisse 21:2-3).

Dio sta aspettando un altro tabernacolo, la Nuova Gerusalemme, nella quale potrà di nuovo abitare in perfetta armonia con l’uomo. Gesù desidera vivere con te.

Per sempre. E vuole cominciare ora.

lunedì 26 settembre 2011

02. Dove sei?

“Poi udirono la voce dell'Eterno Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno Dio fra gli alberi del giardino. Allora l'Eterno Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».”  (Genesi 3:8-9)

Ti è mai capitato di essere colto in flagrante disubbidienza da uno dei tuoi genitori? Che cosa hai provato in quel momento? La sua presenza, che altre volte ti aveva rassicurato e rallegrato, in quell’occasione sarà stata sicuramente fonte di disagio o paura. Magari hai desiderato di essere improvvisamente catapultato dall’altra parte del mondo!
Perché? La disubbidienza crea una frattura nelle relazioni tra le persone. La stessa cosa accade con Dio.

“Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio”  (Isaia 59:2).
Il peccato ci separa da Dio, non perché Dio non desideri più stare con noi, ma perché noi scegliamo di fuggire da Lui. Questo è esattamente quello che è successo nel giardino dell’Eden.
Adamo ed Eva avevano disubbidito a Dio dando ascolto alla menzogna di Satana; quindi, erano andati a nascondersi tra gli alberi del giardino, perché avevano avuto paura della voce di Dio.

“Dove sei?”.

Adamo rispose: “Ho udito la Tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono nascosto” (Genesi 3:10). Quella voce familiare che prima era stata fonte di pace e di gioia, ora suscitava paura; Adamo ed Eva erano scappati dalla presenza di Dio.

Hai mai cercato di evitare Dio?

Dio sapeva cosa era successo, eppure fece il primo passo per cercare Adamo ed Eva. Lo ha fatto e lo farà anche con te. Dio è costantemente alla ricerca di te.
Non importa che cosa hai fatto nella tua vita. Non importa quanto tempo sei stato lontano da Lui. Niente Lo fermerà dal continuare a cercarti.

E amarti.

“Anche se i monti si spostassero e i colli fossero rimossi, il Mio amore non si allontanerà da te né il patto della Mia pace sarà rimosso, dice l'Eterno, che ha compassione di te”  (Isaia 54:10).

lunedì 19 settembre 2011

01. Il soffio nelle narici

“Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un’anima vivente.”  (Genesi 2:7)

Si dice che la distanza minima tra due persone, durante una conversazione, sia quella di un braccio disteso: a questa distanza ci si dovrebbe sentire a proprio agio nel comunicare. Che cosa succederebbe se un tuo conoscente, nel parlarti, si avvicinasse tanto da poterti soffiare nelle narici? Saresti certamente molto imbarazzato.

Perché?

La tua relazione con quella persona non giustifica un contatto così ravvicinato. Pensaci: a quante persone hai soffiato nelle narici? Oppure, quante hanno soffiato nelle tue? Sono sicuro che non sia tua abitudine andare in giro a soffiare nel naso ai passanti!
Non avendo ancora figli, c’è solo una persona al mondo alla quale possa stare così vicino tanto che il mio respiro arrivi alle sue narici.

Mia moglie.

La relazione profonda che c’è tra di noi mi permette di avvicinarmi a lei senza sentirmi in imbarazzo.
La Bibbia ci dice, riguardo alla creazione, che Dio “parlò e la cosa fu”  (Salmo 33:9). Nel racconto della creazione dell’uomo, però, non troviamo scritto:

“Poi Dio disse: ‘Sia Adamo!’. E Adamo fu.”

Leggiamo, invece, che Dio si prese del tempo per formare il corpo dell’uomo dalla polvere della terra; poi, si chinò sulla sagoma ancora senza vita di Adamo e, avvicinandosi al suo volto, gli soffiò nelle narici un alito di vita. Immagina per un momento di essere Adamo; apri gli occhi e… cosa vedi?

Dio.

Il Suo volto vicino al tuo! Il Creatore diede così ad Adamo il benvenuto alla vita.
Attraverso il modo in cui ci ha creati, Dio ci comunica il Suo infinito desiderio di stare insieme con noi, di stabilire una relazione profonda con noi, Sue creature. Dio voleva vivere con Adamo e ha voluto essere vicino a lui fin dal suo primo respiro. Dio desidera essere per te un Padre amorevole e l’Amico più intimo che hai.