“E la Parola si
è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la Sua
gloria, gloria come dell'unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di
verità.” (Giovanni 1:14)
Hai mai provato a immaginare gli ultimi
istanti di Gesù in cielo, prima di catapultarsi, per opera dello Spirito Santo,
nel grembo di Maria? Il Figlio di Dio stava per abbandonare le glorie del
cielo; che cosa avrà detto lasciando, per la prima volta dall’eternità, il Padre
e lo Spirito Santo?
Parlando dell’incarnazione di Gesù, l’autore
dell’epistola agli Ebrei citò il Salmo 40: “Perciò, entrando nel mondo, Egli
dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma Mi hai preparato un
corpo». Allora Io ho detto: «Ecco, Io vengo; nel rotolo del libro è
scritto di Me; Io vengo per
fare, o Dio, la Tua volontà»” (Ebrei 10:5,7).
Commentando questo passo, l’autrice Ellen
White scrisse: “In queste parole si annuncia l’adempiersi del proposito che era
stato nascosto fin dall’eternità. Cristo stava per venire nel nostro mondo, per
incarnarsi. […] La manifestazione della Sua gloria fu velata, perché potessimo
contemplarla senza esserne annientati. La Sua divinità fu velata nell’umanità,
la gloria invisibile nella forma umana visibile.” (“La Speranza dell’uomo”,
cap. 1)
La Bibbia dice che Gesù “essendo in forma di
Dio, non considerò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì Se stesso,
prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:6-7).
Non possiamo capire pienamente cosa ha significato per Dio diventare uomo, perché
non siamo mai stati come Dio. Egli è onnipotente (può tutto), onnipresente (è
ovunque) e onnisciente (sa tutto).
Gesù è Dio fin dall’eternità, ed è stato
disposto a prendere su di Sé la natura umana con tutte le sue limitazioni; quando
era sulla terra non poteva, ad esempio, essere ovunque o vedere ogni cosa allo
stesso tempo. Se voleva raggiungere un luogo doveva camminare, impiegare del
tempo e stancarsi.
Diventare simile a una delle Sue creature è
stata un’umiliazione infinita per il Creatore dell’Universo; Martin Lutero
affermò: “Il mistero della natura umana di Cristo, che si è calato nella nostra
carne, va oltre ogni comprensione umana.”
Dopo la risurrezione, Gesù disse ai
discepoli: “Guardate le Mie mani e i Miei piedi, perché sono Io. Toccatemi e
guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho Io” (Luca
24:39). L’apostolo Paolo scrisse che Gesù, quando ritornerà, “trasformerà il
nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al Suo corpo glorioso” (Filippesi 3:21). Gesù è risuscitato con un corpo umano glorificato, corpo che
i salvati riceveranno al Suo ritorno; ha preso su di Sé la natura umana per
conservarla, anche dopo la risurrezione!
E per l’eternità.
“Prendendo la nostra natura, il Salvatore ha
unito a Sé l’umanità con un legame che non potrà mai essere infranto. Per tutta
l’eternità rimarrà unito a noi. «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha
dato il Suo unigenito Figliuolo» (Giovanni 3:16). Egli Lo ha dato non soltanto
per portare i nostri peccati e per morire come nostro sacrificio, ma Lo ha dato
alla stirpe umana decaduta. Dio ha dato il Suo unigenito Figliuolo come prova
della Sua immutabile intenzione riconciliatrice, per farLo entrare nella
famiglia umana e farGli conservare in eterno la natura umana.” (“La Speranza dell’uomo”, cap. 1)
“E, senza alcun dubbio, grande è il mistero
della pietà: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello
Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato
creduto nel mondo, è stato accolto nella gloria” (1Timoteo 3:16).
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