mercoledì 15 febbraio 2012

15. La Parola si è fatta carne

“E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la Sua gloria, gloria come dell'unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.”  (Giovanni 1:14)

Hai mai provato a immaginare gli ultimi istanti di Gesù in cielo, prima di catapultarsi, per opera dello Spirito Santo, nel grembo di Maria? Il Figlio di Dio stava per abbandonare le glorie del cielo; che cosa avrà detto lasciando, per la prima volta dall’eternità, il Padre e lo Spirito Santo?
Parlando dell’incarnazione di Gesù, l’autore dell’epistola agli Ebrei citò il Salmo 40: “Perciò, entrando nel mondo, Egli dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma Mi hai preparato un corpo». Allora Io ho detto: «Ecco, Io vengo; nel rotolo del libro è scritto di Me; Io vengo per fare, o Dio, la Tua volontà»  (Ebrei 10:5,7).

Commentando questo passo, l’autrice Ellen White scrisse: “In queste parole si annuncia l’adempiersi del proposito che era stato nascosto fin dall’eternità. Cristo stava per venire nel nostro mondo, per incarnarsi. […] La manifestazione della Sua gloria fu velata, perché potessimo contemplarla senza esserne annientati. La Sua divinità fu velata nell’umanità, la gloria invisibile nella forma umana visibile.” (“La Speranza dell’uomo”, cap. 1)

La Bibbia dice che Gesù “essendo in forma di Dio, non considerò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì Se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:6-7). Non possiamo capire pienamente cosa ha significato per Dio diventare uomo, perché non siamo mai stati come Dio. Egli è onnipotente (può tutto), onnipresente (è ovunque) e onnisciente (sa tutto).

Gesù è Dio fin dall’eternità, ed è stato disposto a prendere su di Sé la natura umana con tutte le sue limitazioni; quando era sulla terra non poteva, ad esempio, essere ovunque o vedere ogni cosa allo stesso tempo. Se voleva raggiungere un luogo doveva camminare, impiegare del tempo e stancarsi.
Diventare simile a una delle Sue creature è stata un’umiliazione infinita per il Creatore dell’Universo; Martin Lutero affermò: “Il mistero della natura umana di Cristo, che si è calato nella nostra carne, va oltre ogni comprensione umana.”

Dopo la risurrezione, Gesù disse ai discepoli: “Guardate le Mie mani e i Miei piedi, perché sono Io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho Io”  (Luca 24:39). L’apostolo Paolo scrisse che Gesù, quando ritornerà, “trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al Suo corpo glorioso”  (Filippesi 3:21). Gesù è risuscitato con un corpo umano glorificato, corpo che i salvati riceveranno al Suo ritorno; ha preso su di Sé la natura umana per conservarla, anche dopo la risurrezione!

E per l’eternità.

“Prendendo la nostra natura, il Salvatore ha unito a Sé l’umanità con un legame che non potrà mai essere infranto. Per tutta l’eternità rimarrà unito a noi. «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figliuolo» (Giovanni 3:16). Egli Lo ha dato non soltanto per portare i nostri peccati e per morire come nostro sacrificio, ma Lo ha dato alla stirpe umana decaduta. Dio ha dato il Suo unigenito Figliuolo come prova della Sua immutabile intenzione riconciliatrice, per farLo entrare nella famiglia umana e farGli conservare in eterno la natura umana.”  (“La Speranza dell’uomo”, cap. 1)

“E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato accolto nella gloria”  (1Timoteo 3:16).

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