“Chi
ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Giovanni 5:12)
“Dead man walking”, ovvero “uomo morto che
cammina”. Queste agghiaccianti parole risuonano nell’aria e nelle orecchie dei
condannati a morte di alcune zone degli Stati Uniti. È il giorno
dell’esecuzione: il detenuto esce per l’ultima volta dalla sua cella nel
braccio della morte e la guardia carceraria grida: “Uomo morto che cammina!”.
Immagina l’eco di questa terribile sentenza
rimbalzare nei pensieri del condannato; davanti a lui c’è un corridoio e, in
fondo, una stanza che lo aspetta. Non c’è scampo per lui, il suo percorso è già
tracciato; non c’è altra possibilità, non c’è nessuna via di fuga, nessuna
speranza, nessun futuro.
Non importa cosa gli succederà lungo quel
corridoio; non importa se piangerà o meno, se inciamperà, se suderà freddo, se
tossirà, se dalle finestre delle altre celle entrerà un raggio di sole oppure
no. Non importa niente di niente. È un uomo già morto.
Ma ancora cammina.
Il suo destino è irrimediabilmente segnato;
nel momento in cui la guardia pronuncia la sua frase, il condannato diventa
morto. Si trova in una condizione paradossale; è come se fosse già morto, ma
ancora gli resta un breve periodo di vita. Miliardi di persone su questo
pianeta si trovano nella stessa condizione, spiritualmente parlando.
“E la
testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Suo
Figlio” (1Giovanni 5:11).
Molti percorrono il corridoio della loro
vita senza Gesù; in fondo c’è una sola stanza dove incontreranno la morte. Molti
vivono come uomini morti che camminano; hanno una vita, una casa, una famiglia,
un lavoro, ma il loro destino eterno è segnato: non saranno salvati. Sono
uomini già morti, eternamente morti, che hanno davanti ancora un tratto di
vita.
C’è, però, una differenza fondamentale con
la condizione del condannato a morte; Gesù ha già percorso quel corridoio fino
in fondo, ha già subito la condanna che era nostra: “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl’ingiusti,
per condurci a Dio” ,“Egli stesso portò i nostri peccati nel Suo corpo sul
legno della croce” (1Pietro 3:18, 2:24).
Hai la
possibilità di voltarti e camminare nella direzione opposta; non c’è bisogno che
tu sia perso, separato da Dio per l’eternità, perché Gesù ha subìto la morte che
era tua, affinché potessi avere vita eterna.
La Bibbia dice: “Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Giovanni 5:12). Chi accetta il Suo sacrificio ha la vita, ma chi non accetta che Cristo sia morto al suo posto subirà la condanna per i suoi peccati.
La Bibbia dice: “Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Giovanni 5:12). Chi accetta il Suo sacrificio ha la vita, ma chi non accetta che Cristo sia morto al suo posto subirà la condanna per i suoi peccati.
Pensa al dolore che Gesù prova nel vedere le
persone per le quali è morto scegliere di subire la condanna sulla propria
pelle! Oggi ci rivolge un accorato appello: “Io
non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua
via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai
dovreste morire, o casa d’Israele?” (Ezechiele 33:11).
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